DECORO URBANO: Sicurezza e polizia locale, di David Ferrante


Il degrado urbano, o incivility, sia nelle sue manifestazioni comportamentali (prostituzione, assunzione di droghe, stato d’ubriachezza, incuria degli spazi pubblici, ecc.), sia in quelle fisiche (beni vandalizzati, deiezioni canine, aree abbandonate, sporcizia, rumore, ecc.), rappresenta un cofattore dell’insicurezza urbana. Le incivilities sono una violazione delle norme e dei valori che regolamentano il comportamento in pubblico, un’interruzione della rappresentazione idealizzata dell’interazione sociale che crea confusione e insicurezza. 

La Polizia municipale è fra gli attori principali nel contrasto al degrado e nella promozione della sicurezza urbana, sia con la sua continua, assidua e storica presenza sul territorio, sia con il suo intervento in tempo reale nei confronti dei fenomeni di disordine. 

Negli ultimi anni l’attività normativa nazionale e locale in materia indica le polizie locali quali basilari garanti della sicurezza urbana, chiamandole a intervenire sui comportamenti lesivi del decoro urbano e della fruibilità degli spazi pubblici. Alle polizie municipali è affidata la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di disordine e di isolamento al fine di migliorare le condizioni di vivibilità nei centri urbani, la convivenza e la coesione sociale. 

A supporto della lotta al degrado urbano, inoltre, diverse amministrazioni si stanno dotando di tecnologie e sistemi informatici che permettono di evidenziare i diversi fattori di disordine, favorendo la pianificazione e il coordinamento degli interventi: strumenti d’ausilio al lavoro delle forze dell’ordine ma anche sistemi di supporto alle decisioni. 

Le polizie locali sono un proficuo strumento nella gestione del decoro urbano, tuttavia, affinché divengano veramente efficaci, sono necessari l’ottima amministrazione del bene pubblico e lo spirito civico di tutti cittadini. 
Scrisse Cesare Beccaria: «Il più sicuro ma più difficil mezzo di prevenire i delitti si è di perfezionare l’educazione.» 

NO POLITICIANS: I giovani e la politica di David Ferrante


Si vivono mutamenti epocali che generano una strisciante sensazione di insicurezza individuale generalizzata, riferibile a una molteplicità di cause: alla visione più ampia, globale e congetturalmente incontrollabile, degli orizzonti dell'umanità tutta, dei suoi bisogni e dei modi per risolverli, della complessità delle dinamiche politiche, del diversificarsi delle relazioni umane, nonché delle transazioni istituzionali proprie della nostra attualità politica

Tutte variabili, come si può notare, che è ben difficile ridurre in dimensioni leggibili e interpretabili, se non cercando di analizzare in ambiti più piccoli, ristretti, sebbene con il rischio di averne una visione frammentata.
In tale contesto ottimamente si pone dunque l'indagine sociologica che, con la finalità di sondare empiricamente la percezione della politica e dei politici da parte dei giovani nell'area Teatina, ne descrive i dettagli, mettendo in evidenza le componenti cognitive, comportamentali ed affettive dei loro rapporti e dei loro atteggiamenti.
Ne scaturiscono un quadro chiaro e puntuale della situazione ed una chiave interpretativa forte, che diviene, in termini propositivi, impulso al risveglio dell'impegno politico e della conoscienza critica nei giovani locali, incitamento per ognuno all'assunzione delle proprie responsabilità individuali in modo da scongiurare la definitiva fine della politica.